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In questo numero parliamo di VOLTrade, di Runner Pizza, di programmazione.it, della trasmissione Alcatraz e di Jack Folla, della steganografia, dell'autostima e del saggio Cattiva maestra televisione di John Condry e di altro ancora!
 
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PROMETHEO NEWS #18 - 08 Luglio 2000

"Prometheo News" è il bollettino inviato periodicamente per tenervi informati sulle iniziative della Prometheo e del nostro portale, Italia.ms. Inoltre potete trovare notizie e consigli per utilizzare al meglio il vostro PC.

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Le Novità
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Questo numero esce un po' in ritardo, rispetto alla normale cadenza mensile. Siamo molto impegnati con i vari progetti in cantiere, di cui molti verranno alla luce da qui a settembre. Vi terrò informati!

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Su Borsa 2000 abbiamo attivato un area in cui inseriremo delle schede sui maggiori titoli azionari italiani. Al momento potete trovare i grafici, informazioni sull'andamento, le analisi, i volumi di scambio e molti utili link sui seguenti titoli: e.Biscom, Enel, Telecom Italia, Tiscali e Finmeccanica. Altre schede verranno aggiunte man mano. Il tutto lo trovate qui:
http://www.italia.ms/borsa2000/azioni/

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I nostri centri di formazione crescono. Sia la sede del Vomero (Napoli) sia quella di Monza, si trasferiranno (in tempo per la ripresa di settembre) in una nuova sede più ampia ed in una posizione più centrale. Al Vomero andremo in via Scarlatti, a Monza in corso Milano. Vi ricordo che se volete maggiori informazioni sulle nostre sedi, potete trovarle qui:
http://www.prometheo.it/lesedi.htm

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Sempre da settembre sarà attiva anche la nuova sede di Napoli Centro, posizionata nel centralissimo corso Umberto. Il link diretto per maggiori informazioni è questo:
http://www.prometheo.it/s_napolic.htm
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Siti Interessanti
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Vi segnalo che VOLTrade, il sito sulla borsa del gruppo Tiscali, a fine giugno ha completamente rinnovato la sua vesta grafica con una disposizione più razionale dei dati e in definitiva raggiungendo una maggiore semplicità nell'uso. Una delle innovazioni effettuate è la funzionalità di calcolo guadagno nel portafoglio che permette di conoscere il guadagno effettivo di un dato titolo al netto di imposte e tassi di commissione. L'indirizzo è:
http://www.voltrade.it

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E' ora di pranzo ma il lavoro incombe e non c'è il tempo di uscire? Niente paura, basta andare sul sito di "Runner Pizza" dove potete scegliere tra pizze, focacce, insalate, carpacci e gli immancabili dessert. E' anche possibile "costruirsi" la propria pizza personalizzata scegliendo gli ingredienti tra più di cinquanta possibilità! Il tutto vi verrà consegnato a domicilio (dopo una conferma telefonica dell'ordine).
Un esempio pratico di commercio elettronico ben realizzato e di uso immediato, in cui invece del solito carrello trovate a lato di ogni pietanza un intuitivo tasto "metti in conto", con uno scontrino virtuale sul lato sinistro dello schermo che riporta cosa si è ordinato fino a quel momento, con i relativi importi e gli eventuali omaggi a cui si ha diritto.
Al momento il servizio è disponibile a Firenze, Bari, Bologna, Milano, Roma, Prato e Padova, con prossima apertura a Torino. L'indirizzo è:
http://www.runnerpizza.it/

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Con un nome di dominio di sicuro effetto, ma anche con dei contenuti all'altezza del nome, ecco una risorsa utile per chi è alle prese con la programmazione dove potete trovare recensioni di libri, articoli, tutorial, corsi on line, con perfino una sezione dedicata alla programmazione della PlayStation!
Il sito è:
http://www.programmazione.it/
Di seguito il "manifesto" del sito, in cui gli autori dichiarano i loro obiettivi:
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Programmazione.it vuole essere il sito di riferimento per tutti i programmatori Italiani. E' noto a tutti quanto sia difficile non solo trovare risorse riguardanti la programmazione in Italiano, ma anche quanto spesso la documentazione in Inglese mal si adatti alla realtà del nostro paese.

Il nostro progetto è di sicuro ambizioso ma allo stesso tempo crediamo che sia molto utile se non addirittura necessario. Tutto il materiale disponibile nel sito è opera di programmatori che si sono impegnati per dare alla luce del materiale che possa aiutare altri colleghi. In quest'ottica chiunque può scrivere qualcosa per qualsiasi area (se non per nuove sezioni non ancora trattate) e contribuire cosi alla crescita del sito.

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Cominciata come trasmissione radiofonica, sull'onda del successo ottenuto è approdata in televisione al principio in prima serata e poi retrocessa in terza serata (un po' per le polemiche che ha suscitato un po' per l'audience giudicata bassa per quella fascia oraria): è "Alcatraz" la trasmissione ideata da Diego Cugia. Il protagonista è Jack Folla un immaginario condannato a morte, per radio "parlava" dalla sua cella, ora evaso e rifugiatosi a Cuba che affronta in maniera cruda e con un linguaggio un po' forte, con una serie di monologhi, argomenti quali il conformismo, la burocrazia la denutrizione in India, gli anziani, mixati con un sapiente montaggio di immagini, video, musica che contribuiscono a creare una atmosfera coinvolgente. Il giudizio complessivo può essere diverso a secondo delle proprie opinioni, ma quel che è certo è che una trasmissione originale, di qualità e che fa riflettere.
Le ultime due puntate verranno trasmesse lunedì (10 luglio) alle 23.00 circa e martedì alle 22.30 circa (puntata doppia).
Molto ben riuscito è il sito, che si integra perfettamente con la trasmissione televisiva, dove potete trovare, tra l'altro, i testi dei monologhi, i dischi suddivisi per la data di messa in onda, alcuni video e una bacheca dove i Jackers, i fan di Jack Folla, possono scambiarsi le loro opinioni. L'indirizzo (che prende il nome dal numero di matricola di Jack) è:
http://www.3957.net/
Per conoscere meglio l'autore potete visitare il sito che trovate qui:
http://www.diegocugia.com/
Ecco come Diego Cugia, descrive in una intervista online il suo "rapporto" con Jack Folla.
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Anna Couvert: "Quanto Jack ti ha cambiato l'anima e quanto l'ha cambiata a Pedicini, che è poi la voce di Alcatraz?"
Diego Cugia: "Per quanto riguarda Pedicini non lo so, bisognerebbe chiederlo a lui. Per quanto mi riguarda mi ha cambiato moltissimo, perché Jack Folla rappresenta in qualche modo la parte più svincolata, più libera di noi stessi e stendere quest'arco e tenerlo teso per più di due anni è una faticaccia. Scrivere per Jack Folla vuol dire essere trasparenti il più possibile, che non è un esercizio facilissimo. Vuol dire estrapolare tutto te stesso e stare sempre sul filo, perché purtroppo a volte sei costretto a prendere dei compromessi perché sei sotto il tiro incrociato sia delle altre tue personalità sia delle tante personalità di Jack, che poi sono tutti quanti i telespettatori e gli ascoltatori."
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Se vi è venuta la curiosità di saperne di più sulla vera Alcatraz, la famosa isola-prigione americana, ecco il sito ufficiale dell'isola di Alcatraz (in inglese)!
http://www.nps.gov/alcatraz/
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Le Segnalazioni di Lucio Costa: *****? No, grazie! Preferisco Sharon Stone
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Nel prims vententio del Nevecento, i poetg futuristi sparimentarono la disposizinne di carotteri e parole peg costrrire immagina. Oggi, un'aftuta branca limitrifa alla crittografia ha reso possabile usare immagini e suoni per nascondere parole e messaggi.

Zelanti matite rosse e blù, prima di entrare in azione sappiate che, leggendo in sequenza i caratteri errati, pronuncerete il nome di questa branca affascinante: "steganografia", un nome che deriva dal greco e che significa "scrittura che copre"! Nell'antica Grecia (Erodoto lo attesta!) per sottrarre a sguardi indiscreti gli scritti incisi su tavolette si soleva ricoprire di cera la superficie solcata delle stesse.
L'iniziale peccato ortografico illustra anche una circostanza di fondo che risulta decisiva in molte teorie informatiche, steganografia compresa. Si tratta del carattere "ridondante" della rappresentazione dell'informazione. Raramente tutti i pezzi della rappresentazione sono indispensabili a veicolare l'informazione voluta, sicché, anche se qualcuno viene perso o modificato, il senso complessivo rimarrà preservato (pur costellato di errori, il nostro testo non ha perso la sua leggibilità complessiva).

Bene, direte: abbiamo "nascosto" un testo in un testo. Ma come fare a nascondere testi in immagini o in suoni (beh... senza
essere cantautori)? La risposta è semplice: al livello macchina, immagini, suoni e testi sono fatti della stessa sostanza, cioè di bytes.
Un'immagine a colori, per esempio, è una matrice di pixels e ogni pixel è rappresentato da una tripla di bytes. Ciascuno di essi esprime la percentuale dei tre colori fondamentali (rosso, verde e blù) che, miscelati, generano la tonalità del punto luminoso. Per
immagazzinare il testo voluto si modifica il bit meno significativo di ogni byte. In tal modo, la distorsione complessiva dell'immagine risulterà praticamente impercettibile, limitandosi a una lievissima alterazione delle tonalità dei colori. In questo modo, mentre una maschera come ***** attira l'attenzione, perché indica la presenza di informazioni nascoste, nessuno potrà sospettare che l'immagine celi un messaggio!
Va detto che la steganografia non sostituisce la criptografia ma si affianca a essa. Prima di essere "iniettato" in un'immagine, un testo viene, di norma, compresso e criptato.

Se siete divenuti impazienti di spedire la Divina Commedia in una vostra foto tessera o attraverso le note dell'Inno di Mameli avete bisogno di software opportuno e di qualche informazione in più. Reperiteli qui:
http://members.tripod.com/steganography/stego.html
Oops... e se in autostrada le classiche parolacce tra conducenti venissero iniettate in foto di Sharon Stone??!!
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Winners Corner by Pietro Aterno
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'Have your dream' è il motto da ripetersi ogni volta che la nostra autostima cala. Il livello di autostima scende velocemente, quanto più è grande la distanza da situazioni di soddisfazione o di riconoscimento.
In genere l'attività di dipendente non prevede scale di premi o di bonus: quando le cose vanno bene e quando si è fatto qualcosa al di là del proprio dovere nessuno parla - Panta rei (direbbe il Ns. Illustre Luciano De Crescenzo!), ovvero tutto scorre! Invece quando qualcosa del nostro lavoro non va a buon fine, qualcuno da qualche parte ci richiama a maggiore attenzione! (nel migliore dei casi!)
E l'autostima cala: come possiamo farla risalire? E perché? Pensare ad un nostro grande obiettivo di vita è sicuramente un grande segreto, un'ottima medicina, ma è anche importante stare nel percorso giusto, affinché il nostro 'dream' (sogno) sia concreto e si avveri. Ma perché è importante avere e lavorare per il nostro Sogno?
Avere un atteggiamento positivo ed entusiasmo in quello che si fa, facilita molto la nostra vita e ci rende vincenti! Bisogna che la nostra tanica di entusiasmo sia sempre abbastanza piena.
Come riempirla? Pensando al nostro sogno, ai nostri obiettivi, frequentando persone positive, evitando persone negative, frequentando persone di successo: sì, anche questo è un ingrediente importante. Le persone di successo sono i modelli da emulare, quelli che con un semplice sorriso, ci fanno sentire di nuovo la carica giusta! Quelle persone ti trascinano e anche Tu puoi essere cosi!
Dobbiamo essere manager di noi stessi: imparare a gestire le nostre ambizioni, perché è giusto volere di più e si ... può fare di più! Facciamolo e avremo in cambio la ricarica della nostra tanica di entusiasmo! Bye Bye!
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Angolo della Lettura
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Parliamo ancora di televisione. Vi segnalo un libricino pubblicato, qualche tempo fa, dalla rivista Reset che raccoglie due saggi, uno di Karl R. Popper e l'altro di John Condry sugli effetti della televisione (di "questa" televisione che ci ritroviamo adesso) sulla nostra società. Il titolo del libricino è: "Cattiva maestra televisione".
Per fortuna uno degli effetti "secondari" di Internet, che comincia già a farsi sentire, è quello di arginare un po' il potere della televisione, ma ciò non ci deve far comunque sottovalutare il problema. Come al solito vi riporto in appendice un brano, su cui vi invito a meditare. Buona Lettura!

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Questo è tutto. Alla prossima. Auguro a tutti Buon Lavoro.

Massimo Di Bello
Amministratore Unico
Prometheo Srl
mailto:mdibello@prometheo.it
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Appendice A: Brano di John Condry tratto da "Cattiva maestra televisione" - Reset
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La struttura dei valori in tv

Ma non è soltanto la struttura dell’informazione televisiva che ci deve preoccupare; anche la sua struttura di valori è carente. Ci ha insegnato molto l’analisi dei valori espressi negli spot pubblicitari nel 1993, effettuata facendo riferimento ad una scala largamente applicata, che divide i valori in caratteristiche che costituiscono un mezzo per raggiungere un dato fine - definiti valori *strumentali* - e quelli che sono fini in se stessi - i valori *terminali*. Una persona può ad esempio attribuire valore al lavoro perché esso determina la sicurezza economica; in base alla nostra definizione, il "duro lavoro" costituisce un valore strumentale e la "sicurezza economica" un valore terminale. Quando ci si serve di questa scala, i più importanti valori strumentali citati sono l’essere onesti, l’aiutare gli altri, l’essere responsabili e di vedute aperte. Fra i valori terminali tipici vi sono invece l’uguaglianza, la pace e un mondo di bellezza. Attribuendo un codice ai valori espressi in un campione di tutti gli spot televisivi, emerge dunque un profilo di ciò che dovremmo essere secondo quanto ci dice la pubblicità.
I valori strumentali citati più frequentemente negli spot pubblicitari sono stati: "essere capaci", "essere d’aiuto agli altri", "essere furbi"; i meno citati sono stati "essere coraggiosi" e "saper perdonare". Fra i valori riferiti all’aspetto esteriore della persona, i più citati sono stati "essere belli" e "essere giovanili". "Essere sexy" è un valore citato relativamente di rado, cioè nel 6 per cento di tutti gli spot analizzati.
Di contro a questi valori strumentali, un solo valore terminale domina tutti gli altri: "la felicità".
Il valore-felicità è sottolineato in quasi il 60 per cento di tutti gli annunci pubblicitari, ed è menzionato oltre due volte più spesso di qualsiasi altro. Il secondo dei valori terminali più menzionati è stato il "riconoscimento da parte della società". I valori terminali egoistici o auto-orientati (ad esempio la felicità personale, una vita intensa o il riconoscimento sociale) si registrano con maggiore frequenza di altri valori più altruistici come "l’uguaglianza" o "l’amicizia".
Il profilo dei valori è apparso diverso per diversi tipi di trasmissione; nei programmi per bambini, ad esempio, i valori erano diversi da quelli del resto del campione. Gli spot concepiti appositamente per i bambini avevano frequenze minori rispetto al resto del campione per quasi tutti i cosiddetti valori altruistici, mentre tendevano a rilevare elementi come il giocare tanto, il divertirsi e l’essere felici. Di rado, invece, gli spot pubblicitari inseriti nei programmi destinati all’infanzia ponevano l’accento sull’importanza di essere d’aiuto agli altri o d’essere obbedienti; anche il valore della salute fisica vi figurava raramente. I valori sottolineati dalla pubblicità che esalta l’egoismo ed auto-riferiti rispetto a quelli altruistici debbono indurci a riflettere.
Più difficile è analizzare i valori trasmessi da programmi specifici; i programmi sono più lunghi, e i valori espressi sono meno evidenti che nelle poche parole pronunciate in uno spot di 30 secondi. Eppure, vi si osserva la stessa distorsione dei fatti riguardanti il mondo reale. Ad esempio, la maggior parte delle persone è convinta che se i criminali la fanno franca con i loro delitti è perché i tribunali sono troppo indulgenti e infliggono pene detentive troppo brevi. La realtà dei fatti è esattamente opposta. Nella maggioranza delle città americane, soltanto il 15-18 per cento di tutti i crimini denunciati sfocia in un arresto. Fra le persone arrestate, la maggioranza viene spedita in galera per lunghi periodi di tempo. Oggi i detenuti sono tre volte più numerosi che 10 o 12 anni fa, e gli Stati Uniti detengono il primato dell’Occidente industrializzato per lunghezza delle pene detentive inflitte.
Ma allora da dove ci vengono le nostre idee circa la criminalità e la sua repressione, se i fatti sono tanto diversi dall’opinione diffusa tra la gente? La risposta è forse che questa è proprio la situazione descritta dagli spettacoli televisivi, in genere come espediente di drammatizzazione. Alla televisione, i criminali in genere sono acciuffati dalla polizia, ma spesso si sottraggono al castigo grazie all’indulgenza e al permissivismo dei giudici. In televisione, la polizia non commette errori o ne commette di rado e sa chi è il colpevole prima ancora di catturarlo. Le convinzioni in fatto di polizia e di giustizia e anzi per quanto riguarda la forma stessa della democrazia americana, si instillano nella gente a forza di farle vedere programmi del genere ogni sera, settimana dopo settimana. E’ impossibile credere che l’esposizione ripetuta a vicende del genere non svolga qualche ruolo nelle decisioni politiche dei legislatori e nel voto dell’elettorato.
La struttura dei valori morali della tv è strettamente intrecciata con il modo di raffigurare i personaggi. In una ricerca effettuata su quest’argomento, è stato chiesto a singole persone intente a guardare uno spettacolo televisivo di valutare la moralità di varie azioni rispetto ad una scala graduata che andava dal buono al cattivo. E’ stato chiesto anche di esprimere la propria simpatia per ciascun personaggio. Abbiamo così costatato che la moralità di una specifica azione dipende da chi la compie. La correttezza o la scorrettezza del comportamento morale, così com’è presentato dalla televisione, dipende dal fatto che l’azione sia compiuta da un personaggio simpatico e ammirato oppure da uno antipatico che ispira sfiducia. Molti comportamenti che normalmente sarebbero giudicati "immorali" - il riscatto, l’omicidio, la rapina ecc. - sono accettabili se adottati da qualcuno che gode del favore del pubblico.
A quanto pare, gli spettatori di un programma hanno a disposizione diverse strutture morali, a secondo della loro familiarità con i personaggi. I giudizi morali di persone che non hanno familiarità con essi, pare, vengono dati in base a una scala di moralità ideale, senza tener conto della simpatia dei personaggi stessi. Ben diversi, invece, i giudizi morali di persone che hanno familiarità con i personaggi, che li "conoscono" o nutrono sentimenti positivi o negativi nei loro riguardi. Ciò che non è ammissibile per le persone che ci stanno antipatiche è perfettamente accettabile da parte di coloro che amiamo.
Questa è dunque la struttura morale della maggior parte dei programmi analizzati, sia di quelli per adulti che di quelli per bambini. Dunque il fatto che una cosa sia giusta o sbagliata dipende - almeno in televisione - da chi la fa, non dalla cosa stessa. I valori della televisione sono riferiti ai personaggi. Ci sono buoni e cattivi; i buoni non possono fare nulla di male; i cattivi non possono fare nulla di buono. Questa è la concezione morale di un bambino di 5 anni.
Tutti questi esempi indicano che la televisione non può costituire un’utile fonte di informazione per i bambini, e che anzi può essere una fonte d’informazione pericolosa. Essa presenta idee false ed irreali; non possiede un sistema di valori coerente se non il consumismo; fornisce scarse informazioni utili circa l’io dello spettatore. Tutto ciò rende la televisione uno strumento di socializzazione pessimo.
Si può prevedere che alcuni genitori riducano il tempo che concedono ai figli per guardare la televisione, usando la stessa spiegazione cui ricorrerebbero se questi si rifiutassero di mangiare altro che fiocchi d’avena, e cioè: "questo regime alimentare è dannoso per la salute". Il danno che arreca è personale, sociale, fisico e mentale. Ma non tutti i genitori sono disposti a dirlo; non tutti ne sono convinti.
Ma quelli che condividono quest’opinione dovrebbero parlare con i figli degli spettacoli televisivi che guardano, commentando le parti che trovano particolarmente false e illusorie. Questo può senz’altro essere utile; ma va detto comunque che la maggior parte degli studi su genitori e figli che guardano assieme la televisione dimostra che ciò accade relativamente di rado, tranne alla sera, in alcune case dove i genitori controllano il contenuto dei programmi.
I genitori più avveduti parlano con i figli delle trasmissioni che questi vedono nel primo pomeriggio e al sabato e alla domenica mattina, quando non ci sono adulti in giro.
Questo può servire a rendere i bambini più critici rispetto all’uso della televisione come fonte primaria d’informazioni sul mondo.
Se accettiamo che i bambini guardino un po’ di televisione, dobbiamo fare quel che possiamo per migliorare gli spettacoli televisivi a loro rivolti. E’ essenziale che vengano adeguatamente finanziati dei buoni programmi istruttivi, molti più di quanti non esistano attualmente. Occorre che venga prodotto un maggior numero di programmi utili ai bambini. Non vi è ragione per cui non debbano essere divertenti. Competeranno di necessità con i programmi prodotti da reti commerciali, e non sarà facile vincere la battaglia: non è cosa agevole battersi strenuamente per la salute e la felicità dei bambini.
Occorre che la scuola insegni ai bambini qualcosa sulla televisione, per quanto riguarda sia i programmi che la pubblicità. E’ necessario istruire i bambini sull’uso che si può fare della televisione e sulle cose per la quale la televisione non serve. Se i bambini imparano che l’acquisizione di beni materiali non è lo scopo supremo della vita e che molti dei valori che s’insegnano nei programmi e negli spot televisivi contraddicono ciò che s’insegna a scuola, sarà un guadagno netto. Anziché ignorare la televisione, la scuola dovrebbe incoraggiare i bambini a discutere i programmi e le idee - buone e cattive - che essa comunica. La scuola dovrebbe elaborare dei programmi pedagogici per insegnare ai bambini ad essere telespettatori critici, e questo in età assai precoce. Lasciamo che i bambini usino apparecchiature video per realizzare loro stessi dei piccoli spettacoli e spot pubblicitari: che capiscano da soli quant’è facile per una telecamera distorcere la realtà.
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